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Secondo la leggenda i Colonna, discendenti dei Conti di Tuscolo, deriverebbero dalla Gens Julia e avrebbero preso il nome dalla Colonna Traiana. Pietro Colonna, nato nel 1078,  era proprietario del Castello della Colonna, vicino a Roma.

Nel 1195 Giovanni fu il primo cardinale di casa Colonna. Ebbe una vita intensa: partecipò ad una Crociata e fu liberato dalla prigionia Saracena per intercessione di San Francesco d’Assisi, di cui fu amico e sostenitore, contribuendo a farne approvare la Regola.

Nel contesto della lotta fra Papato e Impero emerge il secondo cardinale di casa Colonna, Giovanni II. Gran diplomatico, fondatore dell’ospedale San Giovanni al Celio,  mediò per conto dei Pontefici Onorio III e Gregorio IX con l’imperatore Federico II; deluso dal comportamento del  Papa che rifiutò la tregua raggiunta grazie al suo intervento, Giovanni  si schierò dalla parte dell’Imperatore. Da questo momento iniziò la rivalità con i guelfi filo papali Orsini; durante il periodo di lotta fra Impero e Papato i Colonna furono  strenui ghibellini.

L’antagonismo con papa Bonifacio VIII portò alla perdita di numerosi feudi, alla distruzione della fortezza di Palestrina ed all’affronto di Sciarra Colonna che nel 1303 ingiuriò e, secondo alcuni storici, percosse il Papa ad Anagni. Lo stesso Sciarra nel 1328 incoronò Ludovico il Bavaro Imperatore con il nome di Luigi IV ed in memoria di questo avvenimento i Colonna ebbero il privilegio  di battere moneta e di sormontare la corona del loro stemma con quella a punte.

Nel 1280 morì, dopo una vita dedicata  ai poveri e agli infermi, Margherita Colonna, mistica e  religiosa dell’ordine francescano delle Clarisse, proclamata Beata nel 1848 da Papa Pio IX.

Nel 1314 moriva ad Avignone il Cardinale Egidio, frate agostiniano che aveva studiato teologia a Parigi sotto la guida di Tommaso d’Aquino e che divenne il sapiente più autorevole dei suoi tempi, precettore di Filippo il Bello.

Francesco Petrarca fu legato da profonda amicizia con Giacomo , coraggioso  giovane vescovo di Lombez.   Il poeta fu cappellano, segretario, consigliere diplomatico e poeta di palazzo: così  ricordò l’ardire dell’amico nel sonetto Gloriosa Columna:

“Gloriosa Colonna, in cui s'appoggia nostra speranza e 'l gran nome latino”.

Nel 1417 Oddone fu eletto papa col nome di Martino V dal Conclave radunato al Concilio di Costanza, convocato per porre fine allo Scisma d’Occidente. Uomo di grande integrità, modestia e sapienza, riportò la sede del Papato da Avignone a Roma , fissando la residenza Papale al Palazzo Colonna ai Santi Apostoli, ed assicurando alla sua famiglia un nuovo periodo di prosperità.

Nel 1502 la discordia esistente tra Francesi e Spagnoli che si combattevano in Italia, portò alla storica disfida di Barletta, in cui si affrontarono 13 francesi capitanati da M.De La Motte e 13 italiani scelti nelle compagnie di Prospero e Fabrizio Colonna e capitanati da Ettore Fieramosca, che vinsero la sfida. Fabrizio Colonna combatté con grande onore a Ravenna (1512) e fu insignito dal Re Ferdinando il Cattolico della carica di Gran Contestabile del Regno di Napoli. Sua figlia Vittoria, moglie di Francesco d’Avalos, fu una delle più grandi poetesse dell’epoca, donna di grande cultura ed integrità morale. Dopo la morte dell’amatissimo marito, si ritirò in convento, continuando peraltro a coltivare l’amicizia dei principali ingegni del suo tempo: il Bembo, il Castiglione e l’Ariosto, prediligendo in maniera speciale Michelangelo Buonarroti che l’amò ardentemente e ne fu ricambiato da un affetto casto e grande.

Il cardinale Pompeo Colonna, grande nemico di Papa Clemente VII (Giulio de Medici), fedele all’Imperatore Carlo V e da lui istigato, invase il territorio della Chiesa, occupando anche  il Vaticano (1526). Questa offesa portò Clemente VII a privare il Colonna del Cappello Cardinalizio bruciando e radendo al suolo la maggior parte dei possedimenti Colonnesi. Ma, dopo il terribile sacco di Roma per opera dei Lanzichenecchi, fu proprio Pompeo a salvare il Papa che lo reintegrò in tutte le sue cariche e proprietà. Fu infine nominato dall’imperatore Carlo V Viceré di Napoli, carica che resse con austerità e rigore fino alla sua morte (1532).

Nel 1535 nacque Marcantonio Colonna, figlio di Ascanio e Giovanna d’Aragona. Grande condottiero, si distinse in numerose battaglie al servizio dell’Imperatore Carlo V e del Viceré di Napoli, il Duca d’Alba. Fu perseguitato da papa Paolo IV Carafa che gli espropriò gran parte dei possedimenti e contro cui combatté valorosamente a fianco del Duca D’Alba. Riacquistò l’antico prestigio con l’avvento al Pontificato di Pio IV e venne insignito da Filippo II Re di Spagna dell’Ordine del Toson d’Oro, Gran Contestabile del Regno di Napoli e, successivamente alla Battaglia di Lepanto, Viceré di Sicilia. Marcantonio fu nominato da Pio V Capitano Generale delle galere pontificie che facevano parte della Lega: questa vedeva alleati il Papa, il Re di Spagna e il doge di Venezia per combattere l’impero Ottomano. Capitanata da Don Giovanni d’Austria, la Lega vinse i Turchi nella Battaglia di Lepanto (1571).

Risale a Papa Sisto V (1598) la nomina di Principe assistente al soglio Pontificio di Marcantonio III, nipote del grande Marcantonio e figlio di Fabrizio e Anna, nipote dei Cardinali Federico e Carlo Borromeo.

Lorenzo Onofrio Colonna fu senz’altro uno dei mecenati più importanti della sua epoca: “più temuto ed amato di un re”. Sposò Maria Mancini, nipote del Cardinale Mazzarino e legata da un’amicizia particolare a Luigi XIV. Lorenzo Onofrio rese ancor più splendida la Galleria Colonna, affiancando alle numerosissime opere d’arte collezionate nei secoli i “Trofei d’Armi”, con l’intento di evidenziare la fortuna bellica sella sua stirpe, sottolineandone la forza, la determinazione, la disciplina di ferro e la necessità del sacrificio.

I Colonna continuarono ad avere un ruolo di primo piano nel campo culturale, ecclesiastico, politico, militare e civile in Italia ed in Europa nei secoli successivi. Prospero Colonna fu eletto sindaco di Roma per ben tre volte e fu senatore del Regno d’Italia. Suo figlio, Piero Colonna, fu Governatore di Roma.

 

Olio che sa di storia

Francesco Colonna, figlio di Piero, ha trascorso parte del suo tempo  nella ristrutturazione e modernizzazione dell’azienda agricola di famiglia, attualmente gestita dalla figlia donna Marina.

Si ha come l’impressione di un viaggio a ritroso nel tempo, quando si percorrono le strade immerse nel verde che attraversano la terra molisana: il profumo di antico, l’atmosfera rarefatta, le colline dalle linee dolci, la luce dorata fra gli ulivi e i campi di grano. A pochi chilometri dalla costa adriatica, tra dolci colline che la circondano, la Masseria Bosco Pontoni si estende nel territorio molisano per ben 165 ettari coltivati a cereali, colture leguminose ed oleaginose, oliveti ed ortaggi.

Il protagonista d’eccellenza è l’ulivo, che caratterizza il paesaggio e la storia di questa terra. E’ qui, nell’azienda ereditata dal padre, don Francesco, che Marina Colonna produce i suoi oli extra vergine, agli agrumi ed infusi, esportati nei principali mercati di nicchia in tutto il mondo fin dal 1986.

Nel corso degli anni i terreni hanno subito numerose trasformazioni: le piantagioni di tabacco, di seta e l’allevamento del bestiame hanno lasciato spazio a diversi tipi di coltivazioni. Tra queste, a farla oggi da padrone, sono le ampie distese di ulivi, oltre ai campi di grano e di girasoli. Aironi, falchi ed uccelli migratori popolano gli antichi alberi lungo i laghi artificiali, realizzati nel 1960. È il primo sistema di irrigazione della zona, caratterizzata da una persistente aridità.

L’uliveto, che si estende per circa 55 ha, è costituito da una variegata selezione di cultivar sia di natura autoctona che provenienti dalle maggiori regioni olivicole, a carattere sperimentale. La metà dell’oliveto è coltivato secondo le normative dell’agricoltura biologica.  Nell’azienda sono coltivate oltre quindici varietà:

Leccino, Frantoio, Peranzana, Gentile di Larino, Coratina, Ascolana Tenera, FS17, Cima di Melfi, Rosciola, Maiatica, Nocellara, Itrana, Kalamata, Termite di Bitetto, Leccio del Corno, Carolea, Bella di Cerignola.

La buona qualità parte dall’attenzione nella scelta dei concimi. Gli uliveti vengono concimati utilizzando fertilizzanti naturali insieme al compost prodotto in azienda. Gli interventi di potatura sono previsti nel periodo invernale ed in quello estivo (potatura verde). Nei mesi più caldi l’irrigazione a goccia costituisce un sussidio indispensabile per la sopravvivenza e lo sviluppo delle piante, al fine di garantire il massimo equilibrio vegetale – produttivo, evitando stress idrici che possano compromettere la loro crescita ed il loro rendimento.

Saper riconoscere il giusto momento per la raccolta è una delle variabili più importanti, in quanto molti esperti sostengono che la qualità “si fa in campo”. Nel basso Molise, l’oliva raggiunge il momento ideale (grado di invaiatura) verso gli inizi di ottobre ed è in questo mese che la raccolta ha inizio: il frutto possiede la più alta carica di polifenoli (le caratteristiche basilari dell’olio, ovvero longevità ed antiossidanti), esaltando profumi e sapori tipici dei nostri oli.

Si procede con squadre di sei persone che scendono in campo dotate di pettini pneumatici, che si dedicano alla raccolta delle olive con professionalità e competenza. Quelle da tavola, invece, sono rigorosamente raccolte a mano e selezionate già in questa prima fase.

Finalmente si giunge in frantoio, dove le olive vengono sistemate in cassoni e per evitare la fermentazione. Entro le 12 ore dalla raccolta, inizia il processo di trasformazione. Dopo essere state pesate, le olive vengono scaricate nella tramoggia, dalla quale attraverso il nastro trasportatore arrivano al rami-defoliatore, che separa il frutto da rami e foglie, per poi essere convogliate nella lavatrice. Dopo questa fase inizia il ciclo di trasformazione vero e proprio.

Due sono gli accorgimenti fondamentali che favoriscono un’elevata qualità dell’olio: il controllo dei tempi di gramolatura e della temperatura dell’acqua che deve rimanere rigorosamente al di sotto dei 27°C.

Le olive vengono molite attraverso un frangitore a dischi fino a diventare una pasta composta da olio, acqua e particelle solide. Questa viene gramolata all’interno di vasche per una mezz’ora circa, tempo che varia a seconda della cultivar e dal grado di invaiatura delle olive, in modo da favorire la fuoriuscita e l’aggregazione delle molecole dell’olio. La separazione degli elementi viene, infine, effettuata all’interno della centrifuga in tre diverse fasi che portano alla separazione dell’olio dalla parte solida (la sansa) e dall’acqua.

L’estratto oleoso passa, quindi, nel separatore centrifugo dove affronta un’ulteriore separazione in acqua e olio extra vergine pronto per il consumo. La sansa sarà utilizzata per la formazione del compost aziendale, mentre e le acque di vegetazione saranno destinate allo spargimento nei terreni aziendali, come previsto dalla normativa vigente in termini di gestione dei sottoprodotti agricoli.

Le Olive appena raccolte vengono molite insieme alle scorze dei limoni biologici, arance, mandarini e bergamotti invece sono frantumati e poi moliti con le olive. Lo stesso procedimento viene adottato per mirto, zenzero e cardamomo ed infine con foglie di basilico biologico coltivato in azienda.

Le produzioni di olio ottenute dalle diverse cultivar vengono conservate nelle cisterne in acciaio inox con l’ausilio dell’azoto, mantenendo ogni varietà separata fino alla creazione del blend finale.

Dalle cisterne, l’olio viene imbottigliato a mano da quattro addette esperte che imbottigliano, etichettano, sigillano e imballano.

L’anfora che contiene l’olio Colonna è protetta da un marchio registrato per evitare la contraffazione del prodotto. Il design riprende le linee di un’antica anfora di proprietà: un modo per caratterizzare ancora di più il prodotto e per fargli raccontare la storia di un territorio e di una famiglia appassionata all’arte dell’olio.

Ogni fase del ciclo produttivo, dalla cura della pianta fino all’estrazione dell’olio, è importante per la riuscita di un extra vergine di alta qualità che contenga tutte le caratteristiche olfattive, gustative e salutistiche. L’olio ottenuto, seguendo tutti gli accorgimenti indicati, sarà ricco di polifenoli e vitamine essendo un vero e proprio alimento “funzionale”, un aiuto indispensabile per il nostro benessere e la prevenzione delle malattie più comuni.

Tutti gli oli sono costantemente sottoposti ad analisi chimiche ed organolettiche presso laboratori certificati. In condizioni ottimali di conservazione, l’olio mantiene inalterate le proprie caratteristiche per l’intera annata senza mai subire forti variazioni dei parametri dei perossidi, conservando il livello iniziale di acidità.

Masseria Bosco Pontoni è il luogo in cui la storia incontra l’innovazione e
l’intuizione che permette un notevole passo in avanti.