La Tavola dei Briganti è una giovane realtà specializzata nella coltivazione del peperone di Altino, prodotto versatile della tradizione abruzzese e presidio Slow Food. Questo tipico ortaggio è presente in numerose ricette abruzzesi come la “pasta alla trappitara”, “pizz e foje”, ed è un ingrediente fondamentale anche per la preparazione di insaccati tipici di queste zone, quali la Ventricina dell’alto Vastese.
L'azienda agricola lavora rivolgendo un’attenzione particolare alla tutela di: biodiversità e rispetto per il ruolo specifico che ogni specie vivente riveste nell'ecosistema in cui vive; tradizione e innovazione applicati ai prodotti della tradizione e tecniche di coltivazione e trasformazione innovative; territorio tra il massiccio della Majella e la Costa dei Trabocchi, nella pianura alluvionale del fiume Aventino.
Situata ad Altino, piccola cittadina della Provincia di Chieti, La Tavola dei Briganti nasce nel 2013 quando la famiglia D’Alonzo decide di riorganizzare l’attività agricola familiare specializzandosi nella coltivazione del peperone di Altino.
Donatello, dopo il conseguimento della laurea in Storia presso l’Università di Bologna, decide di tornare nel suo paese: appassionato dalla storia dei costumi locali, matura l’idea di concentrarsi sullo studio del Peperone dolce la cui coltivazione nel territorio altinese risulta risalire al XVIII sec. Contemporaneamente inizia ad aiutare i suoi nonni nella coltivazione dei terreni familiari per acquisire esperienza diretta in campo agricolo . Il passo successivo è la costituzione dell’azienda, risultato di un percorso personale fatto di passione per il proprio territorio e le proprie origini.
La sede era precedentemente situata nella frazione di Altino chiamata Mandrelle, borgo di case in pietra risalente al XIX secolo. Secondo una leggenda, Mandrelle divenne rifugio per briganti locali in cerca di luoghi sicuri dove nascondersi per sfuggire alla "caccia" delle autorità durante il periodo post-unitario. La leggenda narra anche di un misterioso tesoro presente nel bosco nelle vicinanze del borgo, nascosto da una delle bande di briganti rifugiatasi nel luogo. Il nome dell'azienda, La Tavola dei Briganti, è un omaggio a questa leggenda locale e al massiccio montuoso della Majella, che si affaccia sulla valle e che costituì un altro storico rifugio per i briganti: era loro abitudine incidere le proprie storie e i loro nomi su lastroni di roccia chiara e compatta. Una volta ritrovate vennero ribattezzate "tavole dei briganti" e tutt'ora sono note come tali.
Ciascuna specie, poco importa se piccola o grande, riveste e svolge un ruolo specifico nell’ecosistema in cui vive e proprio in virtù del suo ruolo aiuta l’ecosistema a mantenere i suoi equilibri vitali. Una più vasta varietà di specie significa una più vasta varietà di colture, una maggiore diversità di specie assicura la naturale sostenibilità di tutte le forme di vita, un ecosistema in buona salute sopporta meglio un disturbo, una malattia o un’intemperie, e reagisce meglio ai cambiamenti climatici. Per questi motivi nel nostro piccolo abbiamo deciso di prestare tantissima attenzione alle varietà orticole e frutticole che coltiviamo nei nostri terreni, cercando di recuperare molteplici specie autoctone del nostro territorio, alcune quasi completamente scomparse ormai: il pomodorino giallo del Sangro, il peperone di Altino, il diavoletto d’Abruzzo, i fagioli suocera e nuora, le mele varietà gelata e piana, gli ulivi Intosso, Crognalegno, Gentile e olivastri, per citarne alcune.
Per comprendere fino in fondo le potenzialità e le peculiarità delle numerose ed eterogenee tipicità della Regione Abruzzo, non si può prescindere da una breve descrizione delle caratteristiche morfologiche e climatiche del territorio.
L’apparente semplicità morfologica, (una zona appenninica montuosa, ed una zona marittima) è in realtà complicata dalla struttura del rilievo, che scompone l’unità regionale in aree distinte, e specialmente in passato, isolate dal punto di vista non solo geografico, ma anche economico e umano.
Le caratteristiche del territorio sono eterogenee e dunque influenzano considerevolmente i modelli di agricoltura al suo interno, determinando una distribuzione differente delle tipologie produttive, delle dimensioni aziendali e le interrelazioni tra l’agricoltura e le altre attività correlate al settore.
Secondo l’analisi effettuata con le metodologie della Carta dei Suoli d’Italia, il territorio regionale può essere suddiviso in tre grandi aree, definite Regioni del Suolo (Soil Region): La zona costiera che comprende la striscia di litorale, l’area collinare, con substrato prevalente argilloso-limoso, ed i fondovalle alluvionali dei grandi corsi d’acqua, perpendicolari alla costa; gli appennini e antiappennini, questa zona separa le aree collinari, poste ad Est, dai massicci ad Ovest, costituendo così, una fascia di raccordo tra le colline “costiere”, dalle basse quote e dalle forme dolci, ed i rilievi, caratterizzati da quote elevate e forme aspre. Il massiccio della Maiella interrompe la continuità di questa fascia, dividendo la porzione settentrionale da quella meridionale; gli appennini, in essi sono compresi i massicci che occupano la parte interna dell’Abruzzo, che va dai Monti del Gran Sasso e della Maiella al confine con il Lazio. L’intervallo di quote è molto esteso sviluppandosi da 100 metri s.l.m. fino alla cima del Gran Sasso (Corno Grande), che arriva a 2.912 metri s.l.m.; l’87% dell’area si sviluppa tra 600 e 2.000 metri s.l.m.
La presenza di suoli così differenti tra loro ed il loro grado di isolamento, ha fatto si, non soltanto di poter ammirare su una superficie territoriale di modeste dimensioni, una quantità di paesaggi e panorami infinitamente variegati e spesso sorprendenti, ma anche che si diffondessero, nell’arco della storia della regione, pratiche agricole e prodotti tipici della tradizione, molto differenti tra loro e spesso associabili ad aree geografiche di esigue dimensioni.
Questo è il caso ad esempio del Peperone di Altino, così come di tanti altri prodotti della Tradizione delle aree limitrofe a quelle del comune di Altino che, sempre nel rispetto della biodiversità e della tradizione, la Tavola de Briganti abbina in prodotti dal gusto innovativo.